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Sempre caro mi fu quest'ermo colle: storia del Monastero di Santo Stefano e del Colle dell'Infinito
  • 28/02/2022
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Sempre caro mi fu quest'ermo colle: storia del Monastero di Santo Stefano e del Colle dell'Infinito

Il Parco del Colle dell'Infinito è un parco letterario dedicato a Giacomo Leopardi nato nel 1937, in occasione del Centenario della morte del poeta. È un parco pubblico a ingresso libero che è stato riqualificato nel 2018 e arricchito con una nuova illuminazione ispirata alla poetica della luna, frutto della collaborazione tra lo scenografo Premio Oscar Dante Ferretti e la iGuzzini illuminazione S.p.A.

Sempre caro mi fu quest'ermo colle: storia del Monastero di Santo Stefano e del Colle dell'Infinito

Superate le cantine storiche di Casa Leopardi ed entrati al suo interno, la prima cosa che colpisce è senz'altro l'antico Sacello leopardiano: si tratta di una ricomposizione simbolica di elementi architettonici e significati letterari, composta da pietre provenienti dall'originaria tomba di Giacomo Leopardi situata nel pronato della Chiesa di San Vitale in Fuorigrotta a Napoli e trasferiti a Recanati nel 1937; dal 1939, infatti, i resti del poeta sono stati spostati a Mergellina, presso il Parco Vergiliano a Piedigrotta. La particolarità del sacello, sepolcro simbolico e luogo commemorativo del poeta, è rappresentata dalla presenza dell'acqua che, come scritto sulla stele posta accanto, è «piano di contatto e di mediazione tra il vecchio ed il nuovo, tra il cemento e la pietra, che nel riflesso degli spigoli e nella trasparenza degli incassi, lascia spazio all'immaginario».

Sempre caro mi fu quest'ermo colle: storia del Monastero di Santo Stefano e del Colle dell'Infinito

Percorrendo il sentiero che continua subito dopo il sacello, si giunge a una targa posta sul muro che riporta il primo verso de L'Infinito: "Sempre caro mi fu quest'ermo colle". Questa iscrizione è stata apposta dai recanatesi nel 1937, in occasione del primo centenario della morte del poeta, per onorare il loro celebre concittadino. Sotto una targa più piccola, apposta sempre nello stesso anno, recita così: «Con rito solenne di popolo fu tratta di quassù la terra che sulla tomba lontana di Fuorigrotta nel primo centenario della morte del poeta numerosi pellegrini recanatesi amorosamente deposero, simbolico compimento del desiderio ardente di lui di riposare per sempre in questo suolo diletto, VI Giugno MCMXXXVII». Proseguendo sul sentiero che si snoda dietro l'iscrizione, un'altra targa ricorda i versi di un componimento altrettanto suggestivo e intenso nato proprio durante le lunghe passeggiate di Giacomo Leopardi all'interno del Parco: Alla luna.  

Entrando dal Centro Nazionale di Studi Leopardiani, è ora possibile anche accedere all'Orto sul Colle dell'Infinito, l'Orto Giardino del Monastero di Santo Stefano dove Leopardi ha avuto l'ispirazione per comporre L'Infinito. A questo riguardo è interessante sapere qual è la storia del Monastero e qual è il legame che Giacomo Leopardi aveva con questa struttura. Una comunità di religiose, appartenenti all'ordine delle Clarisse, visse fin dal Quattrocento in questo luogo, che divenne più tardi la meta delle brevi passeggiate di Giacomo Leopardi e il suo osservatorio sul mondo. Le informazioni a noi note riguardo al convento, ci sono pervenute grazie a un memoriale ritrovato nel convento dell'Annunziata di Fermo intitolato Memoriale del Sacro Monastero di Santo Stefano in Recanati, utilizzato anche dal padre di Giacomo Leopardi, Monaldo, come fonte per i suoi Annali. L'ideatrice del Memoriale, Suor Camilla Lazzarini, inizia a raccontare la storia del Monastero dal 1609 al 1624, anno della sua morte. Da queste pagine si può intuire come la vita del convento fosse fortemente legata alle vicende della città, tanto che gli eventi esterni della società civile penetravano spesso all'interno della comunità conventuale. Le fonti principali a cui attinge Suor Camilla Lazzarini per la stesura del Memoriale, sono relative in parte alla tradizione scritta (testi del Monastero e della città) e in parte alla tradizione orale trasmessa dalle consorelle. Le prime testimonianze dell'esistenza della Chiesa di Santo Stefano risalgono al 1299 mentre notizie certe che i conti Leopardi donano un terreno e una casa con orto, per potervi edificare sopra un monastero, si hanno nel 1433. Dal 1502, per volere di Alessandro VI, dopo un periodo di abbandono, si decide di rifondare il Monastero ad opera dell'Architetto Simone da Recanati e di affidarlo ai frati minori osservanti di Santa Maria di Varano. L'opera è stata completata nel 1532. L'amministrazione del monastero era affidata ai sindaci, nobili della zona, che provvedevano alla raccolta delle elemosine e aiutavano finanziariamente le suore con i loro lasciti. Nella seconda metà del Settecento il monastero è stato rimodernato: è stato ampliato il numero di camere del dormitorio, sono stati realizzati ulteriori magazzini e rifatto il pavimento della Chiesa. Il 14 luglio 1810 l'ordinanza di Napoleone, Imperatore di Francia e Re d'Italia, costringe le suore ad uscire dal monastero spogliate dal loro abito religioso. L'edificio successivamente viene usato come quartiere di soldati di cavalleria e di fanteria comportando la rovina di alcuni ambienti con conseguente perdita di diverse opere d'arte che erano conservate al loro interno, tra cui alcune opere del Pomarancio. Nel 1850 il convento passa nelle mani della nobildonna e Beata Teresa Eustochio Verzeri grazie ai finanziamenti ricevuti dal cardinal Franzoni e dal municipio. In seguito al restauro, all'interno del monastero, viene istituita anche una scuola. Chiesa e monastero sono stati restaurati per la prima volta nel 1928, un secondo restauro risale al 1961. Per molti decenni le figlie del Sacro Cuore hanno gestito un fiorente educandato e una scuola tecnica interna; fino al 1992 il convento ha svolto attività di pensionato e di centro convegni ospitando al contempo un Istituto tecnico femminile gestito dal Comune di Recanati.

Negli anni della sua infanzia e fanciullezza, complice la vicinanza del monastero alla sua abitazione, Giacomo Leopardi, grazie ad una scorciatoia che da casa sua lo portava direttamente all'interno dell'orto, amava rifugiarsi a studiare, a meditare ma anche semplicemente a passeggiare e riposare in questo luogo di pace e tranquillità che diventa pertanto fondamentale per la crescita e la maturazione spirituale e intellettuale del poeta.

Sempre caro mi fu quest'ermo colle: storia del Monastero di Santo Stefano e del Colle dell'Infinito

Attualmente nei locali dell'ex Monastero ha sede il Centro Mondiale della Poesia e della Cultura "Giacomo Leopardi" la più grande realizzazione del bicentenario della nascita di G. Leopardi (1998), nato affinché i giovani e gli studiosi di tutto il mondo possano trovare accoglienza ed ospitalità. Qui si trova anche la Biblioteca della Poesia e si svolgono incontri di studio e di ricerca aperti a tutte le culture del mondo. Il Centro ha lo scopo di onorare Giacomo Leopardi promuovendo e favorendo la poesia e la cultura in qualsiasi parte del mondo e in qualsiasi lingua e forma si possa esplicare, sviluppando il dialogo e la cooperazione culturale fra tutti i centri di cultura, di ricerca e i centri universitari dell'Europa e del mondo. L'orto giardino del Monastero, invece, attualmente è gestito dal FAI ed è stato riaperto al pubblico il 26 settembre 2019. Proprio nell'anno in cui si è festeggiato il bicentenario de L'Infinito, infatti, il FAI insieme al Centro Nazionale di Studi Leopardiani, il Centro Mondiale della poesia e della cultura "Giacomo Leopardi" e il Comune di Recanati, si sono impegnati nel restauro dell'antico orto giardino dell'ex Monastero di Santo Stefano dando vita a un progetto di riqualificazione davvero unico: l'orto è infatti il culmine di una speciale visita guidata dentro la poesia L'Infinito. Tra proiezioni immersive, documenti inediti e coinvolgenti esperienze a tema, è possibile compiere un vero e proprio viaggio dentro la poesia. Il percorso di visita è costituito da un itinerario multimediale, della durata di circa venticinque minuti, suddiviso in cinque parti. Le voci di Lella Costa e Massimo Popolizio raccontano suggestioni e sentimenti evocati dalla lettura de L'Infinito mentre scorrono immagini di luoghi topici recanatesi, il tutto a partire dal prezioso contributo di Luigi Blasucci, uno dei massimi studiosi di Giacomo Leopardi. La visita culmina infine con l'ingresso all'interno del vero e proprio orto giardino, riqualificato in modo del tutto conforme alle sue origini e secondo le sue caratteristiche autentiche, al cui interno il visitatore può ripercorrere idealmente le passeggiate leopardiane e ammirare il panorama che ha ispirato il celebre idillio.

Il progetto di recupero e riqualificazione che ha riportato allo splendore questo luogo così suggestivo, nasce nel 2017 ed è stato realizzato grazie all'impegno e al lavoro donato al FAI dall'architetto Paolo Pejrone, insieme al Comune di Recanati. Questo importante lavoro ha consentito l'apertura al pubblico non solo dell'ermo colle, ma anche del Centro Nazionale di Studi Leopardiani (CNSL), la cui finalità è da sempre quella di promuovere e favorire nuovi studi e ricerche sull'opera del grande poeta recanatese. Dal punto di vista storico i lavori per la sua realizzazione iniziano a luglio del 1937 ma, tanto per ragioni economiche quanto per cause belliche, durante la liberazione dal fascismo, lo stabile, non ancora ultimato, era occupato dalle milizie alleate e l'inaugurazione ufficiale avviene pertanto solo nel 1962, in occasione del primo convegno internazionale. Da sempre, finalità istituzionale del CNSL, è quella di promuovere e progettare, in ogni momento della sua attività annuale, nuove ricerche e nuovi studi in tutti i campi della leopardistica: storico, biografico, critico, linguistico, filologico, artistico, filosofico. Nel CNSL vengono organizzati periodicamente incontri e seminari con studiosi d'ogni paese, promuovendo e sostenendo, in particolare, gli interessi e le ricerche di studenti universitari e di giovani neolaureati. Per iniziativa e con finanziamenti del CNSL, sono state istituite da alcuni anni tre cattedre leopardiane nelle Università di Macerata, Birmingham e Buenos Aires.

Sempre caro mi fu quest'ermo colle: storia del Monastero di Santo Stefano e del Colle dell'Infinito

In conclusione possiamo dire che il Parco e l'Orto sul Colle dell'Infinito sono luoghi magici e senza tempo dove è possibile immergersi completamente nell'atmosfera della poetica leopardiana e vedere da vicino gli spazi dove Giacomo Leopardi amava rifugiarsi nella solitudine e nell'intimità dei suoi pensieri, divenuti fonte di ispirazione per i componimenti più celebri e più suggestivi, ispirati dal suo "natio borgo selvaggio" che ha anche rappresentato per il poeta, da sempre, il suo privilegiato regno del sogno e dell'immaginazione.

 

Per informazioni:

 

Parco del Colle dell'Infinito:

Tel: Ufficio informazioni turistiche IAT Recanati 071981471

E mail: recanati@sistemamuseo.it

 

Orto sul colle dell'Infinito:

Sito web: https://fondoambiente.it/luoghi/orto-sul-colle-dell-infinito;

E mail: faiortoinfinito@fondoambiente.it; 

Tel: 071 4604521

Centro Nazionale di Studi Leopardiani:

Sito web: http://www.centrostudileopardiani.it/

E mail: info@leopardi.it;

Tel: 071 7570604

Centro Mondiale della poesia e della cultura "Giacomo Leopardi":

Tel: 0717570604; 0717577793

Pagina Facebook: https://m.facebook.com/Centro-Mondiale-della-Poesia-e-della-Cultura-Giacomo-Leopardi-Recanati-506516256399127/