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Il Personaggio
  • 17/01/2021
  • Staff myRecanati
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Il Personaggio

Negli ultimi anni è diventata consuetudine per recanatesi e turisti veder camminare per i vicoli del centro storico una figura d'altri tempi, inappuntabile nel suo abito ottocentesco e nella sua figura austera. Dietro il personaggio c'è l'attore Paolo Magagnini, che con passione, e unanime apprezzamento, interpreta questo ruolo nel tour teatralizzato "Infinito Experience".  

Paolo, raccontaci brevemente di te... 

Parlando di me, inizierei parafrasando in qualche modo, le parole iniziali del mio Tour, Infinito Experience: "Io sono nato il 17 marzo 1955 nel rione di Montemorello, a soli 20 metri da Casa Leopardi: il paterno ostello di Giacomo". Quindi potrei dire di averlo conosciuto, entrando perfino nelle sue stanze private, da chierichetto, accompagnando il parroco don Ettore durante le benedizioni pasquali delle abitazioni parrocchiali, già molto tempo prima, dei fatidici anni scolastici. Ho svolto il lavoro di ragioniere per quasi tutta la mia vita lavorativa. Quindi assai lontano da quella che si potrebbe definire, una professione artistica. Infatti mi sono avvicinato al teatro, ormai 15 anni fa, in modo del tutto casuale e amatoriale. Un percorso che però, ho cercato subito di arricchire frequentando negli anni, laboratori e corsi teatrali. Fra i tanti, mi piace ricordare quello curato dall'Amat, tenuto dalla drammaturga e regista internazionale Sonia Antinori, che tutt'oggi frequento. 

 

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Cosa rappresentano per te la recitazione e il Teatro?

Come ho già detto, mi sono avvicinato molto tardi al teatro ma fin da ragazzino, ho provato ad esprimere ciò che sentivo o provavo, attraverso una qualche forma artistica. Più precisamente la scrittura. Ricordo ancora l'emozione provata, quella domenica, appena tredicenne, quando vidi il mio nome stampato sulla rivista "giovani", recensito per aver mandato ad una loro rubrica, dei testi di canzoni. Con il teatro però ho scoperto un mondo meraviglioso. La prima volta che entrai al Teatro Persiani di Recanati da "attore" per le prove, con i miei compagni di avventura di allora, fu qualcosa di veramente indescrivibile. Cimentarsi nell'interpretazione di un nuovo personaggio. Studiarne il modo di pensare. Di comportarsi. Le lunghe nottate in bianco, per cercare di memorizzare quella parte che tanto ti piace, ma tantissimo ti fa faticare! O avere l'opportunità di recitare dei versi bellissimi, che senti provenire dal profondo dell'anima, quasi fossero tuoi beh, credo non esista esperienza più grande. Ho avuto la fortuna di lavorare anche nel cinema, come semplice comparsa o con piccoli ruoli, accanto ad attori famosi e in diverse produzioni. In ordine di tempo ricordo Flavio Bucci, Giorgio Pasotti, Elio Germano e la Del Bufalo. La più recente soddisfazione è arrivata l'estate scorsa, da un cortometraggio dove ho avuto il piacere di lavorare: "Radical Camp", che ha riscosso premi e riconoscimenti in vari paesi fra i quali USA, India, Germania ecc. Tuttavia devo dire che il Teatro, è sempre e solo il Teatro. Le famose tavole del palcoscenico, emanano una magia tutta loro, che nessun "ciak si gira" ti potrà mai dare. 
(A sinistra: con Elio Germano sul set del film il Giovane Favoloso. A destra: con Giorgio Pasotti)

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Cosa ti ha portato a voler interpretare Giacomo Leopardi nel tour teatralizzato Infinito Experience?

Sono arrivato per caso. Ero venuto a conoscenza, tramite un amico giornalista, che Sistema Museo stava cercando un attore, possibilmente locale, che interpretasse Leopardi. Io avevo tutte le caratteristiche: recanatese, vagamente somigliante a Giacomo, desiderosissimo come sempre, di arricchire il mio bagaglio di esperienze e non da ultimo, avevo già avuto modo di interpretarne il ruolo. Quindi mi sono presentato e da quel giorno, è iniziato un bellissimo ed emozionante racconto. Questo per l'aspetto pratico. Per il resto, che dire: poter interpretare Leopardi, aspetta che lo dico meglio: "GIACOMO LEOPARDI nella sua Recanati", è... come dire, un sogno? Una cosa che faccio perfino fatica, ancora oggi, a realizzare. Ovviamente sempre con il massimo del rispetto, della professionalità ed umiltà che il ruolo richiede. A questo ruolo ho dato tanto ma ho anche ricevuto molto: tra le tante soddisfazioni ho avuto l'onore di portare il personaggio anche a Firenze, nel celebre Salone dei 500 di Palazzo Vecchio, e sulle reti Rai in svariate occasioni.
(Con i figli davanti la Torre del Borgo)

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Cosa ti piace di più di questa esperienza, che ormai va avanti da anni, e che continua ad essere molto apprezzata dai turisti? 

Prima di tutto è per me un grandissimo onore. Subito dopo, c'è l'enorme soddisfazione nel constatare l'apprezzamento che ha suscitato e che suscita nei turisti dopo aver partecipato a questa esperienza. La formula si è dimostrata fin da subito vincente: la giusta durata di un'ora; il giusto equilibrio fra il "raccontare" Giacomo e la pura recitazione delle poesie o brani dello Zibaldone. Infine, ovviamente, i luoghi. Non si può parlare di Giacomo, senza poter calcare il suolo di quella piazzetta dove "la donzelletta veniva dalla campagna" o dove "i fanciulli gridando, facevano un lieto romore". Senza poter ammirare l'imponente "paterno ostello" di Casa Leopardi o senza immaginarsi "Silvia all'opre intenta". Per poi proseguire. Assaporare la dolcezza e la profondità di quei versi, calati nel silenzio armonioso del Parco del Colle dell'Infinito. Poter offrire tutto questo ad un pubblico sempre attento, curioso e desideroso di condividere questa meravigliosa esperienza, è senza dubbio molto bello. 
Il momento più alto ed emozionante è quando, una volta giunti alla sommità del colle, chiedo ai presenti, di aprire le pergamene che doniamo all'inizio del percorso, recanti l'Infinito e leggere per chi lo volesse, un verso della poesia. Questa cosa, nata per caso, è ormai un rito che ha dell'incredibile. Un'esperienza cui non si sono voluti sottrarre neppure i bambini. Il più piccolo aveva da poco compiuto 6 anni. Per non parlare della vera e propria commozione che in taluni casi, questo momento fa scaturire. Difficile dire cosa mi piace di più. Forse la consapevolezza, di aver dato e vissuto, ogni volta un'emozione. C'è chi partecipa per conoscere qualcosa di Giacomo. Chi per rivivere il periodo scolastico. Chi perché un vero appassionato. Vedere un pubblico ogni volta felice di questa esperienza, è una cosa che appagherebbe chiunque. 

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Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

In questo ultimo anno lo sappiamo, il teatro in generale ha sofferto e soffre moltissimo. Io ho avuto la fortuna comunque, di poter approfittare di quella finestra che si è aperta la scorsa estate, non solo per poter fare il tour, sia pure in maniera contingentata. Ma anche di portare in scena al Teatro Persiani, una riduzione della storia di Sacco e Vanzetti scritta da Sonia Antinori. Il primo progetto futuro, situazione sanitaria permettendo, sarà proprio portare questo spettacolo a Verona, in una importante rassegna, il 17 aprile. Incrociamo le dita!